Il ventre di Napoli è una cronaca “di tenerezza, di pietà e di tristezza”, scritta in tre momenti diversi.
La prima parte, Vent’anni fa, risale al 1884. È il racconto delle conseguenze provocate dall’epidemia di colera che colpì la città alla fine dell’Ottocento. La capacità del “popolo napoletano” è proprio quella di sopravvivere, nonostante le numerose avversità, alla morte, alla sporcizia, al degrado.
La seconda parte è del 1903. Il Governo Depretis aveva dato avvio allo sventramento delle zone più malfamate della città, ma la nuova Napoli non era altro che una quinta infingarda, “un paravento” a copertura del “luridume rancido e puzzolente”.
La terza parte del 1905 è un augurio “nostalgico e triste” che “un ideale di giustizia e di pietà” intervenga a risollevare il “popolo napoletano”.

Matilde Serao
L'Infedele

Luigi Capuana
Delitto ideale

Luigi Capuana
Il Marchese di Roccaverdina

Luigi Capuana
Giacinta

Delfino Cinelli
La Trappola

Federico De Roberto
Spasimo

Camillo Boito
Senso e nuove storielle vane

Gaetano Carlo Chelli
L'eredità Ferramonti

Iginio Ugo Tarchetti
Racconti fantastici Storia di una gamba

Giovanni Verga
Una peccatrice
