Sei racconti scritti nel 1869 da Iginio Ugo Tarchetti, uno dei rappresentanti più talentuosi della Scapigliatura lombarda. Furono pubblicati nello stesso anno, subito dopo la morte prematura dell’autore. I temi vanno dalla superstizione alla metempsicosi, dallo spiritismo alla follia, accomunati dall’elemento del fantastico-soprannaturale. La quinta è una Milano postunitaria, in cui impazza il dilagante successo de I promessi sposi, e albeggiano il Verismo e le novità del linguaggio verghiano. L’Autore risponde con una propensione naturalista che ha in sé gli elementi del gotico d’oltremanica, in cui lo ‘spaventoso’ è rappresentato da esseri umani che camminano sul bilico dell’oscurità dell’anima. L’orrido e l’irrazionale, lo spiritismo, la pazzia e il gusto del macabro, sono proposti con un imparziale taglio scientifico, con un’attitudine narrativa che fa di Tarchetti un autore innovativo e, per dirla con Calvino, “singolarmente attuale”.

Luigi Capuana
Giacinta

Delfino Cinelli
La Trappola

Matilde Serao
L'Infedele

Federico De Roberto
Spasimo

Camillo Boito
Senso e nuove storielle vane

Gaetano Carlo Chelli
L'eredità Ferramonti

Giovanni Verga
Una peccatrice

Margaret Oliphant
La finestra della biblioteca
